La ceramica - Tosina

l'insediamento neolitico di
Tosina di Monzambano
Tosina di Monzambano
l'insediamento neolitico di Tosina di Monzambano
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La ceramica

I reperti
La ceramica
Le ricerche di superficie e gli scavi condotti nel sito di Tosina hanno portato alla scoperta di un ricchissimo e articolato complesso di materiali archeologici: frammenti di recipienti ceramici, numerosissimi manufatti litici in selce, strumenti e oggetti d'adorno in corno e osso, oltre a resti faunistici (residui di pasto), semi e frutti.
Essi sono stati oggetto di catalogazione e studio da parte degli specialisti e hanno fornito utilissime informazioni sulla cronologia e gli ambiti culturali dell'abitato, sugli aspetti tecnologici e sulla provenienza delle materie prime, sul contesto paleoambientale (vegetazione, specie coltivate) e sull'alimentazione.
Lo stato dei reperti ceramici era molto frammentario, come è usuale nei depositi archeologici di abitato dove ciò che resta, salvo che sia avvenuto un evento improvviso e traumatico (come un incendio), è il risultato di butti, di dispersione per smarrimento e calpestio. Pertanto quasi tutti i reperti ceramici sono parti di recipienti dei quali quasi mai si riesce a ricostruire la forma.
In rari casi è stato possibile, tramite un restauro attento, ricomporre porzioni di vasi.
Il 90% delle fogge ceramiche appartiene a vasellame grossolano (olle cilindriche, vasi troncoconici) con decorazione plastica: cordoni digitati e a tacche, piccole bugne, pasticche con depressione centrale. Più raramente compare una decorazione impressa (unghiate, tacche). A volte una fila di fori passanti decora l'orlo dei vasi.
Nella ceramica fine si distinguono i recipienti aperti (piatti, ciotole) in ceramica di colore nero o bruno o beige attribuibili alla Cultura della Lagozza diffusa nel Neolitico Recente (tra fine V e primi secoli del IV millennio a.C.) in Italia settentrionale centro-occidentale.
Confronti si possono istituire con siti del tardo Neolitico emiliani (ad esempio, S. Ilario d'Enza (RE) - Cave d'argilla), trentini (Castellaz di Cagnò, Isera La Torretta 2 e 3, Mezzocorona - Borgonuovo) e lombardi (come Manerba del Garda - Rocca, Monte Covolo di Villanuova sul Clisi, Castello di Ubiale Clanezzo).
Progetto diretto da Raffaella Poggiani Keller
Concessione MiBACT n. 8827 del 21.03.2017
al Museo e Istituto fiorentino di Preistoria "Paolo Graziosi"
In collaborazione con Associazione Culturale Amici di Castellaro
CONTATTI
info@tosina.it
Associazione Culturale Amici di Castellaro
0376.88825 - 338.9089666
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