Le industrie litiche scheggiate - Tosina

l'insediamento neolitico di
Tosina di Monzambano
Tosina di Monzambano
l'insediamento neolitico di Tosina di Monzambano
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Le industrie litiche scheggiate

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Le industrie litiche scheggiate
Le industrie litiche scheggiate
La produzione litica scheggiata di Tosina è costituita da strumenti ritoccati di varia tipologia, schegge e lame brute, scarti di lavorazione, nuclei e blocchi di materia prima non utilizzati.
Le industrie litiche di Tosina sono in gran parte riferibili alla frequentazione del sito durante la fase finale del Neolitico, tuttavia i manufatti in pietra scheggiata dimostrano che la storia del sito potrebbe essere articolata in più fasi di occupazione. Sulla base dei materiali provenienti dalle raccolte di superficie è possibile infatti riconoscere pochi ma significativi manufatti databili all'età del Rame e all' antica età del Bronzo.
Le industrie litiche scheggiate del Neolitico tardo
In questa fase le industrie litiche sono basate sulla produzione standardizzata di lame in selce (supporti di forma simmetrica con bordi paralleli e morfologia allungata) e sono caratterizzate da strumenti specializzati tipici delle industrie litiche presenti in area perialpina lombarda alla fine del Neolitico.
Le materie prime maggiormente utilizzate sono le selci riferibili alle formazioni della piattaforma veneto-trentina (vedi pannello dedicato alle risorse litiche).
La presenza di diversi nuclei a cresta e lame a morfologia simmetrica e sezione triangolare e trapezoidale testimoniano l'adozione di un elaborato e standardizzato sistema di produzione laminare che è possibile riconoscere anche in altri siti con ceramica Lagozza nella Lombardia orientale (Monte Covolo e Rocca di Manerba nel bresciano) e in parte nel veneto meridionale (Ronchetrin di Gazzo Veronese). È probabile che nel sito venissero importati pre-nuclei o nuclei già preparati per produrre lame sul posto.
Bulini su lama, grattatoi, troncature, cuspidi di freccia a ritocco non invadente e armature peduncolate a tranciante trasversale sono le tipologie caratteristiche delle industrie della cultura della Lagozza dell'area padano alpina centro-orientale. Alcuni di questi strumenti potevano essere inseriti (immanicati) in supporti di legno, osso oppure corno per realizzare utensili per la di mietitura come falcetti (raschiatoi lunghi e troncature) o armi da lancio (punte di freccia e armature a tranciante trasversale).
A questa fase sono riferibili anche manufatti massicci realizzati con ritocco bifacciale noti come strumenti a tecnica campignana, tra questi i tranchet, dotati di un margine tagliente, dovevano costituire delle lame per fare asce e accette.
Solo pochi strumenti trovano confronti con le industrie della fase avanzata o finale del Vaso a Bocca Quadrata (VBQ) della zona.
Si tratta di alcuni strumenti foliati tra cui piccole punte di freccia a ritocco piatto coprente e alcune lame larghe e robuste a profilo asimmetrico che bene rientrano negli standard della tecnologia laminare della cultura del Vaso a Bocca Quadrata. Alcuni di questi elementi provengono dai livelli inferiori dell'area dell'abitato indagata con i recenti scavi archeologici.
Manufatti dell'età del Rame
Alcuni manufatti potrebbero essere riferiti alla età del Rame. Punte di freccia peduncolate e frammenti di lama di pugnale, diffuse in area lombardo veneta a partire dalle fasi iniziali dell'Eneolitico, e strumenti a tecnica campignana che perdurano anche in questa fase. Una punta di freccia peduncolata e alette squadrate è tipologicamente confrontabile con esemplari affini della Cultura del Vaso Campaniforme.
Manufatti dell'antica età del Bronzo
A Tosina sono stati rinvenuti anche rari manufatti riferibili alla fase antica dell'Età del Bronzo: una punta di freccia a base concava, un elemento di falcetto a sagoma rettangolare, piccole punte di freccia peduncolate con cuspide a triangolo equilatero, che trovano puntuali confronti anche in ritrovamenti provenienti dai vicini siti palafitticoli della regione riferibili alla cultura di Polada come, per esempio, di Barche di Solferino.
Progetto diretto da Raffaella Poggiani Keller
Concessione MiBACT n. 8827 del 21.03.2017
al Museo e Istituto fiorentino di Preistoria "Paolo Graziosi"
In collaborazione con Associazione Culturale Amici di Castellaro
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info@tosina.it
Associazione Culturale Amici di Castellaro
0376.88825 - 338.9089666
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